18 Ottobre 2019

L’imminente entrata in vigore della norma che, di fatto, abroga la prescrizione del reato, dopo la pronuncia della sentenza di primo grado, impone una reazione forte e coraggiosa da parte dell’Avvocatura volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli inevitabili riflessi negativi che colpiranno gli imputati e le vittime del reato che non avranno più un termine certo per la definizione del processo.

Ricordiamo che dietro la figura giuridica dell’imputato e della persona offesa dal reato vi è sempre un uomo, una persona, con le sue sofferenze e i suoi dolori per essere sottoposto a un processo penale e un uomo, una persona, che chiede giustizia per essere rimasto vittima di un reato.

L’Avvocatura ha prontamente reagito ma è rimasta inascoltata dalla politica che, demagogicamente, ha approvato una norma “liberticida” contraria ai principi costituzionali del giusto processo e della sua ragionevole durata.

La politica, ancora una volta, si disinteressa dei vari problemi della giustizia, sia penale che civile, annunciando riforme epocali che non vedono mai luce o che, tutt’al più, partoriscono dei “topolini”.

Denunciamo, da anni, la necessità di riforme organiche della giustizia civile e penale e le necessità di investire economicamente nel settore giustizia.

È necessario un consistente aumento degli organici dei Magistrati e del personale amministrativo pari ad almeno un 30% in più rispetto a quello attuale.

Abbiamo bisogno di più Giudici e più Cancellieri per celebrare i processi civili e penali in tempi ragionevoli; è l’unica ricetta concreta per evitare che i processi cadano in prescrizione e che le cause civili durino dieci anni e più.

A ciò potrà aggiungersi una razionalizzazione delle risorse esistenti e un codice di rito nel civile più snello ma che non vada a pregiudicare i diritti e le garanzie delle parti.

La responsabilità è della politica che non ha il coraggio di ascoltare l’Avvocatura che, quotidianamente, frequenta le aule di giustizia, affronta i problemi delle persone e conosce il modo per arginare la gravissima crisi che, da anni, colpisce il settore.

Il cittadino ha perso fiducia nella Giustizia; la Magistratura e l’Avvocatura hanno perso credibilità per responsabilità che ormai sono evidenti a tutti.

L’UCPI ha indetto, dal 21 al 25 ottobre, l’astensione dalle udienze penali per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ragioni della protesta e l’OCF, per il 25 ottobre, ha deliberato l’astensione da tutte le udienze civili e penali.

Su tutto il territorio nazionale si stanno organizzando iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e dare la corretta informazione ai cittadini.

Il COA di Tivoli aderisce all’iniziativa dell’UCPI e dell’OCF e intende divulgare il presente documento su organi di stampa locale e nazionale.

 

Il Presidente

Avv. David Bacecci

 

 

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Modificato: 18 Ottobre 2019